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Oltre 17.000.000 gli Italiani che si sono rivolti ai CAF per la dichiarazione dei redditi (Mod. 730) e 2.700.000 le dichiarazioni online

Oltre 17.000.000 gli Italiani che si sono rivolti ai CAF per la dichiarazione dei redditi (Mod. 730) e 2.700.000 le dichiarazioni online, 4.132.568 (+12,37%) le DSU per l’ISEE nel primo semestre dell’anno

Tra pochi giorni, il 23 luglio, scade la presentazione della dichiarazione dei redditi (Mod.730) e il lavoro nei CAF sta volgendo al termine. Gli appuntamenti previsti con i contribuenti per la raccolta delle dichiarazioni continuano in modo serrato ma ordinato.

Nel 2017 furono 17.624.556 le dichiarazioni raccolte dai CAF: anche nel 2018 il dato non sembra discostarsi di molto, nonostante un leggero aumento delle dichiarazioni online (2.700.000, 400.000 mila in più rispetto al 2017). “Su quasi 20 milioni di contribuenti – dichiarano all’unisono Massimo Bagnoli e Mauro Soldini, Coordinatori della Consulta Nazionale dei CAF – l’86%, pari a circa 17.200.000, anche nel 2018 si rivolge ai CAF. Siamo oramai di fronte ad un dato strutturale e non modificabile nella sostanza. La dichiarazione online dopo 4 anni di sperimentazione segnala un limite di fondo: il cittadino vuole garantire sia a se stesso che allo Stato la massima correttezza e, quindi, preferisce farsi assistere anche solo per avere una conferma della veridicità della propria dichiarazione”.

Il dato rilevante è proprio il mantenimento del numero dei 730 (precompilati e ordinari) raccolti dai CAF anche in questa stagione fiscale. Oramai la relazione tra cittadino e CAF, dopo 25 anni di presenza capillare in tutto il Paese, è stabile.

D’altro canto – confermano Bagnoli e Soldini – il livello del nostro servizio, con 20 mila dipendenti aggiornati e professionali, consente di mantenere funzionante e poco costoso il modello italiano di gestione del sistema fiscale che, lo ricordiamo ancora una volta, è tra i migliori al mondo (ovviamente il riferimento è al modello di gestione delle dichiarazioni dei redditi relative ai pensionati e ai dipendenti…). Questa osmosi tra pubblico e privato consente allo Stato di contare su di un sistema CAF che, con il visto di conformità, si assume la responsabilità della veridicità della dichiarazione e con una presenza capillare e strutturata è in grado di offrire informazioni e soprattutto assistenza nella raccolta del Mod. 730 in tutti i comuni italiani, con un costo non paragonabile a quello occorrente allo Stato se assolvesse allo stesso compito. Con questo spirito di servizio, sviluppato e rivolto alla tutela del cittadino, il sistema dei CAF concorre a migliorare esponenzialmente l’immagine complessiva della Pubblica Amministrazione”.

Ma non sul solo Mod.730 hanno operato ad oggi i CAF: fino al 30 giugno 2018 sono state 4.132.568 le famiglie italiane che sono entrate nei Centri per presentare la DSU (Dichiarazione Unica) e ottenere così dall’INPS la certificazione ISEE. Qui l’incremento sul 2017 è del 12,37 %, segno del valore dello strumento utilizzato per il Reddito d’inclusione che apre la via al probabile Reddito di Cittadinanza.

Questi risultati potrebbero portare ad una evoluzione del rapporto in essere tra Stato e sistema dei CAF: “La nostra rimane una silenziosa ma costante volontà: quella di stabilire un nuovo patto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Crediamo di poter rappresentare, con l’esempio indiscutibile dei nostri numeri – concludono i due Coordinatori della Consulta Nazionale dei CAF – un soggetto organizzato e competente che sa e può affrontare sia l’evoluzione del tema fiscale che l’attuazione dei servizi a favore del reddito delle famiglie italiane. Un grande consulente vicino ai cittadini. Nei fatti è ciò che siamo: potremmo esserlo anche nella forma, magari con la prossima Legge di Bilancio.”

 

Comunicato stampa – Roma, 20 luglio 2018