Dal Reddito di Cittadinanza alla Dichiarazione dei Redditi: il periodo di fuoco dei CAF
Al 15 aprile sono circa 650.000 le richieste depositate o prenotate dagli italiani presso i CAF aderenti alla Consulta Nazionale. Dopo l’apertura degli sportelli per il Reddito di Cittadinanza, lo scorso 6 marzo e fino al 15 dello stesso mese, in 8 giorni lavorativi venivano raccolte circa 250.000 domande, stabiliti 170.000 ca. appuntamenti per un totale complessivo di circa 420.000 pratiche da sviluppare. Il coinvolgimento operativo dei CAF era stato ottenuto dopo un accordo con INPS e il Governo, ratificato il 4 marzo, imponendo un vero e proprio tour de force alle strutture associate alla Consulta. Impegno affrontato e risolto: non vi erano state code, né situazioni di difficoltà, i cittadini avevano potuto trovare dagli operatori dei CAF informazioni puntuali e assistenza. Il dato relativo al periodo fra il 1 e il 15 aprile, con 11 giorni lavorativi, porta circa 82.000 domande (il 32,8 rispetto al dato del 15 marzo), circa 60.000 appuntamenti (il 34,6% sempre rispetto allo stesso periodo) per un totale complessivo di oltre 140.000 pratiche aperte. Il confronto tra i due periodi offre una lettura chiarissima ma potrebbe portare a valutazioni fuorvianti se si definisce questo trend, evidentemente in calo, come la fase conclusiva della misura governativa.
“Pare evidente che chi usufruisce di altri sostegni al reddito ne attenda l’esaurirsi – commentano Massimo Bagnoli e Mauro Soldini, Coordinatori della Consulta Nazionale dei CAF – e chi ritiene eccessivi i controlli o si sente in difficili condizioni per nuove opportunità di lavoro stia cercando di comprendere, dall’esperienza diretta di amici e conoscenti, come comportarsi”. Il Reddito di Cittadinanza ha iniziato il suo percorso e verrà valutato molto attentamente proprio perché potrà dare, nel prossimo futuro, più di una indicazione sulla situazione delle fasce più problematiche della nostra società. Nel frattempo stanno arrivando le prime card e i beneficiari misureranno l’entità della misura e le sue ricadute.
Certamente potremo considerare terminata questa prima fase del provvedimento quando i CAF stessi non avranno più appuntamenti che impegnano le strutture e gli operatori si dedicheranno totalmente alla campagna fiscale 2019 che è già ora in atto. Da oltre 25 anni a questa parte si rinnova un rapporto fiduciario con gli oltre 17 milioni e mezzo di contribuenti che si rivolgono ai CAF per la predisposizione del proprio modello 730.
Come per il Reddito di Cittadinanza, anche per il modello 730 il soggetto principale da cui i cittadini italiani si fanno assistere rimane il CAF: in questo caso ben l’87% di chi compila la dichiarazione. Una attestazione di fiducia che sostiene la Consulta Nazionale nel proseguo della sua azione di rafforzamento e sviluppo di una realtà diffusa e professionale che intermedia il difficile rapporto Stato – cittadino.
Ciò nonostante i pesanti tagli operati sui compensi ministeriali da precedenti leggi finanziarie che oggi riconoscono economicamente ai CAF due modelli 730 su tre elaborati e dal prossimo anno poco più di uno su tre: il tutto, perciò, attraverso un compenso medio simile a quello erogato per il Reddito di cittadinanza.
Comunicato stampa -Roma, 18 aprile 2019